Giorno 3 - L'Alto Atlante
Facciamo l'ultimo tentativo all'aeroporto... davanti a noi c'è il solito impiegato che, non curante degli squilli insistenti dei telefoni che lo reclamano, continua a sfogliare un polveroso registro. Ci guardiamo un po' in faccia perplessi...
Impiegato: "Your luggages are here!"
Noi: "Great! But precisely where?"
Imp.: "Here!" - indicando un mucchio di valigie abbandonate
Noi: "Questo ci sta prendendo in giro! Qui non ci sono! - Sorry, but they are NOT here!"
Imp.: "Really? Mmh... Wait a moment, please..."
Si parte! Finalmente (anche se senza bagagli) ci infiliamo sulle nostre mitiche Fiat Uno noleggiate all'aeroporto e ci mettiamo in viaggio, direzione Ouarzazate.

Il locale in cui ci fermiamo a pranzare è decisamente "caratteristico" e ignaro di qualsiasi elementare norma igienica. Per l'occasione il prorpietario apparecchia i tavoli sulla terrazza con vista sulla valle e sul gabinetto senza porta. Il menu è molto vario: tajine. Dopo un po' arriva un buffo individuo con una chitarrina che si mette a cantare e suonare, ma non sa chi ha di fronte! Siamo più taccagni di zio Paperone, così se ne va via un po' sconsolato.
Ci rimettiamo in marcia, c'è ancora molta strada da fare. Lungo la strada si incontrano spesso venditori più o meno abusivi di fossili di cui la zona è decisamente ricca. Dopo un po' lasciamo la strada principale per dirigerci verso Telouet, dove visiteremo la kasbah.
Il paesaggio è lunare: terra arida, rocce e rarissima vegetazione. Dopo una ventina di chilometri di strada un po' sconnessa giungiamo al villaggio di Telouet: un gruppetto di case di terra rossastra in mezzo al nulla. Alcuni banbini ci vengono incontro salutandoci. Incontriamo alcune persone che già sanno che siamo di "Avventure nel mondo"! Ma come fanno? Semplice, solo quelli di "Avventure nel modo" evidentemente visitano questo posto! D'altra parte non è proprio di passaggio! La kasbah, costruita nel XVII sec., all'esterno si presenta proprio male: è poco più di un rudere e per giunta tenuto malissimo. Iniziamo a domandarci cosa ci sarà da vedere... arriviamo all'ingresso e dopo aver salito qualche gradino ci troviamo nelle stanze dell'harem.
Gli interni sono strabilianti: le pareti sono ricoperte da mosaici ipnotizzanti coloratissimi, i soffitti presentano una decorazione a stallattiti tipica araba e i capitelli di gesso sono intarsiati con una precisione spaventosa.
Dopo la visita ci rimettiamo in marcia... per fortuna la tachipirina ha fatto effetto e sto un po' meglio, ma non troppo! La strada è ancora lunga... finalemente scendiamo dall'Atlante e ci ritroviamo in mezzo al deserto! Che spettacolo!
Se quello di prima era un paesaggio lunare, questo è marziano! La terra arida, rossa e disseminata di pietre sembra veramente quella solcata dal Nasa Mars Rover. Magari, come per i filmati della sbarco sulla Luna, anche quelli di Marte sono falsi e girati qui in Marocco! Dopo vari chilometri arriviamo a Ouarzazate, grande cittadina resa famosa dalla presenza degli studios cinematografici dove hanno girato film famosi come Il gradiatore o Le Crociate. I nostri compagni di viaggio fremono perchè in albergo c'è la piscina e io fremo perchè la febbre sta di nuovo salendo. Tutto questo fremito mi ha spossato e mi butto a letto sotto le coperte senza neppure cenare e mi addormento... sì, avete capito bene... sotto le coperte!! Ci saranno stati 40°C, ma la febbre è stata implacabile. Elisabetta ha dovuto sopportare il caldo tutta la notte senza poter accendere il condizionatore mentre io emanavo più calore di una stufa... che sofferenza poveretta!! SCUSA!