Giorno 4 - Ouarzazate e Gole del Dades
La febbre sembra essere passata, ma mi sento una chiavica comunque. Dopo una buona colazione a bordo piscina (non ci facciamo mancare nulla!) la truppa si dirige verso la vicina kasbah di Ourzazate. Ci accoglie una guida molto gentile che parla un perfetto italiano, osando anche qualche espressione dialettale toscana del tipo: "Attenti alle 'orna!". Ci dice di averlo imparato da autodidatta... magari riuscissi io a imparare così l'arabo!! La kasbah è molto interessante perché è caratterizzata da un susseguirsi di culture diverse, cosa che si manifesta nei simboli presenti nelle decorazioni: affianco a simboli berberi, si trovano la mezzaluna e la stella a cinque punte tipici dell'Islam così come il candelabro a sette braccia ebraico (il menhoràh). La guida ci spiega un po' di aneddoti riguardanti la religione islamica: la stella a cinque punte, ad esempio, rappresenta i cinque pilastri dell'Islam (fede, preghiera, elemosina, digiuno e pellegrinaggio alla Mecca). Ci spiega poi che i movimenti che si compiono durante la preghiera (una serie di genuflessioni) altro non sono che la scrittura attraverso l'intero corpo della parola اﷲ (Allah). La visita si conclude in un negozio di souvenir ricavato nelle cucine della kasbah in cui siamo stati tratti con l'inganno che alla fine si dimostra però piacevole.
Ci rimettiamo in marcia sulle nostre mitiche Uno alla volta delle Gole del Dades. Le strade sono serpenti grigi d'asfalto che strisciano sulla terra rossatra e arida del deserto. Costeggiamo l'Alto Atlante dirigendoci verso Nord-Est fino all'imboccatura delle gole, dove la strada comincia a salire. Si fa ora di pranzo e decidiamo di fermarci a mangiare in una minuscola trattoria lungo la strada. La cosa divertente è che non hanno abbastanza sedie per farci sedere e (scopriremo dopo) nemmeno abbastanza ingredienti per soddisfare le nostre richieste, nonostate il menu non fosse certo ampio! Dopo cinque minuti arrivano le sedie, probabilmente prese in prestito da casa di qualche amico, mentre alcuni di noi dovranno accontentarsi di una tagine fantasia fatta con gli ingredienti rimasti allo chef, a cui vanno comunque i miei complimenti per l'arte di arrangiarsi.
Il paesaggio è fantastico: in basso la vegetazione e verdissima e rigogliosissima, mentre le pareti della valle sono completamente sterili e aride. Qua e là si intravedono al limite della vegetazione delle kasbah abbandonate e diroccate. Noi continuiamo imperterriti a risalire la gola scavata da quello che un tempo doveva essere un fiume imponente. Le pareti della valle presentano delle particolari conformazioni rocciose simili a piedi callosi che sporgono dai monti e per questo un tratto della gola prende il nome edificante di valle dei defunti.
Dopo qualche kilometro la strada comincia ad inerpicarsi con una serie di tornanti fino ad arrivare ad un punto panoramico mozzafiato.
È giunto il momento di tornare indietro e dirigerci verso le Gole del Todra, parallele a quelle del Dades, dove pernotteremo questa notte. Facciamo però un'ultima sosta in un punto in cui la strada arriva a livello dell'Oued Dades e la gola si stringe. Il tempo di una passeggiata per sgranchirci le gambe e di fare due foto che si sale di nuovo in macchina.
La sera arriaviamo al nostro albergo che è posto all'inizio delle gole del Todra. WOW!!! È uno spettacolo! E chi se lo poteva immaginare un posto così figo! Ma ormai ve lo racconto la prossima volta... :P